giovedì 9 febbraio 2023

Si apre il 7° congresso nazionale della Slc Cgil

 


Dal 7 al 9 febbraio a Bergamo il 7° congresso della Slc Cgil che ha come slogan "Cambiare il presente, costruire il futuro". Fra le iniziative della tre giorni, segnaliamo la tavola rotonda incentrata sull'impatto della digitalizzazione sui processi produttivi dei settori tlc ed emittenza, industria cartaria grafica ed editoriale, servizi postali, cultura. Una discussione con Karen Nahum, Francesco Rutelli, Stefano Balassone, Fabrizio Solari.

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lunedì 6 febbraio 2023

Cambiare il presente e costruire il futuro

Si apre martedì 7 gennaio a Bergamo il VII Congresso della categoria della Cgil che rappresenta e tutela i lavoratori e le lavoratrici della comunicazione, da Poste a Tim, dallo spettacolo alla Rai, per finire all'industria editoriale. Settori in transizione, cruciali per traghettare nel futuro il Paese. Con Fabrizio Solari, segretario generale Slc, tracciamo un bilancio dei quattro anni appena alle spalle e gli impegni per i prossimi.

Quattro anni intensi tra Covid e rincari delle materie prime. E anche tra modifiche profonde, pensiamo ad esempio alle telecomunicazioni. Partiamo proprio dal bilancio di questi quattro anni.

La notizia positiva è che siamo ancora vivi. Sono stati effettivamente quattro anni molto complicati. Abbiamo dovuto inventare soluzioni, penso alla fase della pandemia, che fino al giorno prima erano impensabili. Il risultato è che in Italia le telecomunicazioni hanno assicurato, soprattutto nel periodo dei lockdown, la possibilità di lavorare in smart working, di comunicare, di avere una parvenza di vita non totalmente relegata. Oggi siamo in piena transizione. È evidente che, secondo l'assetto che avrà il gruppo Tim, si produrrà un cambiamento nell'intero settore. Per noi una prateria da indagare, dai contratti di lavoro alle professionalità necessarie, alle aggregazioni aziendali: tutto è destinato a cambiare e noi dovremo essere pronti alla sfida.

Anche in altri settori Slc ha giocato in ruoli da protagonista: nel settore dello spettacolo e dello sport, ad esempio, o in quello dell’industria culturale.

L'esplosione dei costi energetici ci ha fatto ripiombare drammaticamente in una situazione che credevamo di avere alle spalle. I gruppi industriali avevano fatto negli anni scorsi profonde ristrutturazioni, si erano dati nuovi assetti. Ma l’aumento dell’energia in alcuni casi ha prodotto la sospensione della produzione. Il nostro ruolo è stato centrale nella gestione dell’emergenza. Per il futuro vorrei che questi anni di pandemia e costi impazziti innescassero una profonda riforma del settore. Così come è già successo per quello dello spettacolo. Quando scoppiò la pandemia, il governo si accorse che, volendo dare anche a questo comparto un aiuto, non sapeva chi fossero i lavoratori e le lavoratrici cui destinarlo.

Il settore dello spettacolo ha anche visto l'approvazione di una riforma...

Leggi l'intervista completa su Collettiva

venerdì 13 gennaio 2023

Il lavoro crea il Futuro, al via il decimo Congresso della Cgil Brescia


Dopo più di 1500 assemblee nei luoghi di lavoro e dodici congressi delle categorie provinciali, giovedì 12 gennaio si apre il 10° Congresso della Camere del Lavoro di Brescia. La due giorni congressuale, che ha luogo al Teatro Dis_Play (Brixia Forum), vede la partecipazione di quasi 400 delegate e delegati e ha al centro del dibattito i temi contenuti nei due documenti su cui le iscritte e gli iscritti alla Cgil sono stati chiamati a esprimere la propria preferenza: “Il lavoro crea il futuro”, con primo firmatario Maurizio Landini, e “Le radici del sindacato”, con prima firmataria Eliana Como.

In apertura dei lavori un video-racconto che ha ripercorso la storia della Cgil Brescia, 130 anni di vita per immagini e musica, prodotto in occasione del 130° anniversario di fondazione della Camera del Lavoro per poi passare alla relazione introduttiva di Francesco Bertoli che ha toccato in modo articolato i principali temi in agenda [Leggi la relazione introduttiva].

Dopo i i saluti degli ospiti, a partire dalle istituzioni (con il Sindaco di Brescia Emilio Del Bono e il presidente della Pronvincia Simone Alghisi), delle associazioni e dei partiti presenti in sala, ha preso avvio la fase del dibattito con gli interventi delle delegate e delegati. Una discussione che ha risentito fortemente della profonda crisi in cui siamo inseriti, innanzitutto a causa degli effetti della pandemia e della guerra, ai quali si sommano i problemi causati dal cambiamento climatico e della trasformazione digitale, del lavoro e demografica. Un Congresso che, pur con una dinamica molto legata all’attualità, ha mantenuto una visione di prospettiva con al centro le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati.

La prima giornata si è caratterizzata anche per la significativa presenza di Adelmo Cervi che ha portato all'assemblea il ricordo della sua grande famiglia antifascista, presentando il libro "I miei 7 padri". Le conclusioni del primo giorno sono state affidate a Massimo Balzarini, segretario della Cgil Lombardia.

FOTOGALLERY 1 | 2 | VIDEO DI APERTURA | RELAZIONE INTRODUTTIVA .

La seconda giornata di lavori si è aperta con un minuto di silenzio che l'assemblea ha tributato alla vittima di un nuovo incidente mortale avvenuto ieri nella nostra provincia, e a tutte le vittime di un dramma che continua mantenendo numeri insopportabilmente alti. La discussione è poi proseguita con gli interventi delle delegate e delegati delle varie categorie che hanno fornito uno spaccato dei problemi delle diverse realtà del lavoro e degli obiettivi da affrontare. Le conclusioni del dibattito - che si è articolato con 35 interventi durante le due giornate - sono state affidate a Daniela Barbaresi, segretaria nazionale della Cgil.

Il percorso democratico della Cgil proseguirà nei giorni successivi con gli appuntamenti delle categorie regionali per poi giungere, a fine mese, al Congresso della Cgil Lombardia.

ALLEGATI
📎 Documenti congressuali .
📎 Programma del Congresso .

martedì 6 dicembre 2022

Marco Drera confermato segretario generale di Slc



L’assemblea generale della Slc Cgil di Brescia, riunita oggi alla Cascina Parco Gallo per il suo VII congresso, ha confermato Marco Drera alla guida della categoria che segue le lavoratrici e i lavoratori della comunicazione. Drera è stato eletto segretario generale con il 96% delle preferenze (25 favorevoli, 1 astenuto).

“Ringrazio i segretari che mi hanno preceduto, chi ha collaborato in questi anni, chi ha dedicato passione e tempo alla nostra organizzazione per garantire diritti e tutele ai lavoratori – dichiara Marco Drera –. Quello di Slc è un settore complesso e che in questi anni è stato interessato da profonde trasformazioni e grandi difficoltà. Occorre dunque un rinnovato impegno sindacale per la tutela dei lavoratori delle poste, delle telecomunicazioni, grafici e poligrafici, e gli operatori dello spettacolo e dello sport”.

Al termine dei lavori, l’Assemblea Generale ha proceduto anche all’elezione della segreteria che guiderà la categoria nei prossimi anni. Ad affiancare Drera e a completare la squadra di Slc sono stati eletti all’unanimità Alberto Fostinelli, Roberto Loda e Maria Teresa Samuelli.

Marco Drera, 62 anni, sposato con due figli, ha lavorato per 18 anni come artigiano nel settore privato. Assunto nel 2000 al Comune di Desenzano, nel 2001 è diventato delegato sindacale e dal 2006 ha iniziato a lavorare in Fp Cgil, da prima come funzionario e poi come segretario organizzativo con delega all'Igiene Ambientale, fino a ricoprire il ruolo di Segretario generale della categoria del pubblico impiego. Dal 2021 è alla guida di Slc Cgil Brescia.

martedì 21 giugno 2022

Tim, la protesta corre sul filo


I dipendenti Tim incrociano le braccia in tutto il Paese. Chiedono chiarimenti sul futuro dell’azienda e delle telecomunicazioni in Italia e sull’occupazione. Anche una delegazione Slc Cgil Brescia alla manifestazione a Milano in piazza Cordusio.

Il giorno è arrivato: oggi (21 giugno) le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Tim scioperano di nuovo, per la seconda volta, dopo settimane di mobilitazione senza che né l’azienda né il governo abbiamo dato nemmeno segni di attenzione alle richieste di dipendenti e organizzazioni sindacali. Nel frattempo, si attende di capire il futuro delle telecomunicazioni e della digitalizzazione del Paese, visto che una parte delle gare del Pnrr sono andate deserte perché, nonostante gli enormi contributi pubblici, ritenute poco remunerative, e aumentano le preoccupazioni sul destino dei dipendenti.  

Nelle comunicazioni inviate ad azienda, Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali e ministero del Lavoro, le ragioni della protesta sono assai chiare: “Incertezze societarie, piano industriale di alienazione del gruppo Tim. E ancora, difesa dei perimetri occupazionali, rilancio strategico e industriale del più grande e importante gruppo di telecomunicazioni del Paese e contro un piano di taglio dei costi del lavoro irricevibile, presentato il 16 maggio scorso”.

Eppure, proprio nelle scorse settimane la strada verso la rete unica nazionale sembrava imboccata, ma in attesa della presentazione del piano industriale da parte dell’amministratore delegato Pietro Labriola, sembra confermata anche la scelta del management aziendale di spezzatino. Secondo Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc Cgil, “è stata fatta una scelta che va contro gli interessi del Paese. La digitalizzazione deve essere la realizzazione di un diritto universale, non può che essere fatta da un'azienda capace di portare in tutto il territorio questa nuova infrastruttura. Il modello del soggetto che vende connettività non funziona. Lo ha dimostrato già Open fiber e non è un caso che questo modello non esista in nessun altro paese europeo, esclusa la Grecia”.

Questa è una delle ragioni alla base dello sciopero di oggi. Da quel che si può capire, l’idea di Labriola è di dividere in tre Tim: una società per costruire la rete e altre due di contenuti. Il che vuol dire che “l’intelligenza” sarebbe fuori dalla società che “tira i cavi e distribuisce il rame”. Questo, secondo Saccone, significherebbe “condannare il Paese a perpetuare le diseguaglianze tra i territori dove conviene investire nella rete e gli altri. Un’azienda di mera costruzione delle infrastrutture deve stare sul mercato e quindi, nonostante gli incentivi pubblici, non garantisce il servizio universale. Non solo, privata dell’intelligenza, il rischio di depauperamento è elevato”.

Se questa operazione andasse in porto il rischio di avere - più di quanto non lo sia già - un’Italia a due velocità sarebbe reale. Una connessa, digitale e performante, quella delle grandi aree urbane, e l’altra a scartamento ridotto, quella delle zone interne. Ma non va dimenticato che connessione e digitale significano sviluppo economico anche per le piccole e medie aziende che popolano proprio le aree interne e che in assenza della rete ultraveloce sarebbero tagliate fuori dai grandi circuiti commerciali ed economici. E non se la passerebbero meglio i cittadini e le cittadine a cui, ad esempio, sarebbe impossibile accedere alla telemedicina.

Se le ragioni dello sciopero che riguardano il Paese sono chiare, il segretario della Slc Cgil ribadisce anche le preoccupazioni per il futuro dell’occupazione. “Nel progetto dello spezzatino vediamo anche un altro pericolo. La società di rete che sta nascendo e nella quale verranno spostate un numero considerevole di maestranze, esaurito il lavoro di cablaggio fra tre o quattro anni, diventerà semplicemente una società di manutenzione; quindi, non avrà bisogno di tutta la forza lavoro che nel frattempo vi sarà stata trasferita. Cosa succederà? E quanti e quali dipendenti andranno nelle altre due società? Con quali garanzie sul presente e sul futuro? Tutto questo è sconosciuto anche perché le relazioni industriali con Tim sono interrotte e sembra proprio che la dirigenza del Gruppo non sia affatto interessata al confronto con noi”.

Ma in questa vicenda che è grave e paradossale, vi è un altro aspetto che non solo è a sua volta paradossale ma che rasenta l’incredibile. Parlando di Tim, parliamo di un settore, quello delle telecomunicazioni, strategico non solo per la realizzazione del Pnrr, ma anche – e forse soprattutto – per la proiezione del Paese nel futuro: eppure sembra proprio che tutto ciò al Governo non interessi.

“Questa è la cosa che ci colpisce di più e ci indigna – afferma Saccone –. Dalla piazza e in tantissimi chiediamo al Governo chi ha deciso questo modello di sviluppo, dove lo ha deciso e con chi e quali impegni ha preso. Perché è semplicemente scandaloso che il Parlamento, le forze di rappresentanza politica e quelle sociali siano state completamente estromesse dal dibattito sul modello di sviluppo di un settore fondamentale. I processi di digitalizzazione hanno già cambiato, e continueranno a farlo, il modello di pubblica amministrazione, il modello di lavoro, di scuola e di socialità; per non parlare di tutti i contenuti. La nuova televisione e i nuovi modelli produttivi dei contenuti passano tutti per le reti telecomunicazioni. Così come passa di là la telemedicina, quindi il diritto alla salute. E allora noi pretendiamo di sapere”.

Sapere chi e dove ha deciso che l’ex monopolista debba essere ridotto a pezzetti invece che rafforzarsi come sta accadendo con i campioni nazionali delle telecomunicazioni in tutti gli altri Paesi europei, a cominciare da Francia e Germania. “Solo da noi si sta lavorando a un piano industriale distruttore, che supera l’integrità verticale dell’azienda con la complicità di Cassa Depositi e Prestiti e del Governo”.

E parlando di futuro ci si domanda se chi ha ideato il piano si renda conto che così procedendo si taglia fuori l’Italia dal tavolo dove si ragiona di come confrontarsi con la Cina e gli Usa. Non sarà un caso che proprio Francia e Germania, attraverso i propri “campioni nazionali”, questo problema se lo stiano cominciando a porre. “Il punto è proprio questo – aggiunge il dirigente sindacale – nei maggiori paesi europei e non solo, nei settori strategici esistono grandi aziende con una quota di capitale pubblico che ne stabilizza la governance e concorre a determinarne l’indirizzo. Da noi si va nella direzione opposta, basta osservare cosa è successo nel settore del trasporto aereo: è stato praticamente smantellato e ora si sta facendo altrettanto con quello delle telecomunicazioni, proprio quando Francia e Germania iniziano a fare un ragionamento di consolidamento europeo".

Per Saccone "la sfida con la Cina e l'America non la si può combattere in un singolo paese: occorre fare un ragionamento continentale. Bene, a quel tavolo non si potrà accedere con una società che vende semplicemente connettività all'ingrosso, quindi l’Italia sarà tagliata fuori”.

“Ecco – conclude Saccone – noi oggi protesteremo contro tutto questo, contro il fatto che è stato deciso di smantellare la presenza italiana in settori strategici senza un dibattito pubblico”.

venerdì 17 giugno 2022

Tim, sciopero il 21 giugno. Manifestazione a Milano


“Le incertezze societarie ormai inaccettabili, un piano industriale proteso all’alienazione del Gruppo TIM, l’assenza di rassicurazioni da parte della politica ci costringono ancora una volta a scioperare il 21 giugno prossimo e a manifestare con un presidio nazionale a Roma, e in piazza Cordusio a Milano dalle ore 10 in poi, a difesa dei livelli occupazionali”. 

Così Slc Cgil, Fistel, Uilcom regionali, che aggiungono: “Le scelte scellerate di questo piano “distruttore” di una delle più grandi aziende del Paese mette a rischio il destino lavorativo di almeno quarantamila lavoratrici e lavoratori e di altrettanti dell’indotto, oltre che far collassare l’intero sistema delle telecomunicazioni in Italia. 

Non possiamo accettare questo paventato “spezzatino” che punta esclusivamente ad una logica finanziaria e non industriale (innovazione, investimento, digitalizzazione ed infrastrutture per il Paese).

Il rischio è troppo grande. Le conseguenze sia per la qualità del servizio che per i livelli occupazionali potrebbero essere drammatiche; sono questi i motivi che ci riporteranno in piazza con un intero giorno di sciopero.

Sempre più indispensabile per noi diventa il coinvolgimento dell’intero settore, ma soprattutto la solidarietà dei cittadini lombardi, spesso e volentieri clienti TIM”. 

martedì 14 giugno 2022

Manifestazione nazionale Cgil 18 giugno 2022. Partecipa!

 

La Cgil lancia per sabato 18 giugno, alle ore 10, una grande manifestazione nazionale a Roma, in Piazza del Popolo, che sarà conclusa dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Al centro i temi della pace, del lavoro, della giustizia sociale e della democrazia, temi che come dice lo slogan dell’iniziativa devono camminare insieme. L'assemblea nazionale, aperta a tutte e a tutti, sarà il culmine di un percorso di assemblee sul territorio e nei luoghi di lavoro con delegate e delegati e attivisti delle leghe.

Partecipa anche tu: pullman da Brescia (per informazioni contatta la categoria o l'ufficio di segreteria della Camera del Lavoro).

La CGIL impegna tutte le Camere del lavoro a convocare assemblee pubbliche di delegate e delegati e attivisti delle leghe, per discutere le nostre proposte, anche insieme agli studenti e alle associazioni presenti sul territorio, invitando rappresentanti delle istituzioni, dei Comuni e delle Regioni, a confrontarsi con noi.

Questo percorso di discussione e mobilitazione sul territorio e nei luoghi di lavoro si concluderà con una grande assemblea nazionale in forma aperta da svolgere a Roma il 18 giugno 2022.

📎 PIEGHEVOLE | VOLANTINO .

mercoledì 1 giugno 2022

8 giugno: Assemblea provinciale Cgil Brescia

Mercoledì 8 giugno, nell'auditorium della Camera di Commercio di Brescia, a partire dalle ore 9.00 si terrà l'assemblea provinciale della Cgil Brescia. Al centro i temi della pace, del lavoro, della giustizia sociale e della democrazia, temi che come dice lo slogan dell’iniziativa devono camminare insieme.

Un appuntamento importante, aperto a tutte e a tutti, che fa parte di un percorso di assemblee sul territorio e nei luoghi di lavoro in preparazione della manifestazione nazionale organizzata dalla Cgil per il prossimo 18 giugno in piazza del Popolo a Roma. 

I lavori saranno aperti dalla relazione introduttiva di Francesco Bertoli (Segretario gen. Cgil Brescia), seguito dagli interventi delle delegate e delegati della Cgil di Brescia. Interverrà anche il segretario generale della Cgil Lombardia, Alessandro Pagano. Le conclusioni saranno affidate a Michele De Palma (segretario gen. Fiom Cgil Nazionale).

📎 SCARICA LA LOCANDINA

domenica 1 maggio 2022

Al lavoro per la pace, Primo maggio a Brescia

 

Dopo le ristrettezze dovute all'emergenza sanitaria, quest'anno Cgil, Cisl e Uil sono tornate in piazza a celebrare pienamente il primo maggio e hanno deciso di dedicare la ricorrenza al lavoro e alla pace. La manifestazione bresciana - come da tradizione - è partita da piazza Garibaldi, con il corteo che ha sfilato per le vie del centro cittadino accompagnato dalle note della banda "Isidoro Capitanio" per poi giungere in piazza della Loggia per il comizio conclusivo.

Dopo l'omaggio alla stele che ricorda i caduti della strage del 28 maggio, sul palco di piazza Loggia si sono alternate le voci dei delegati delle tre confederazioni. Il primo a prendere la parola è stato Andrea Bologhesi (Rlst Uil) con un intervento dedicato al tema della sicurezza sul lavoro e al drammatico bilancio delle morti bianche. È stata poi la volta di Alexandra Balafuta (delegata Fp Cgil) che ha dato spazio alle istanze delle lavoratrici e lavoratori del comparto sanitario, invocando ancora una volta un aumento di investimenti per un settore in affanno durante l'emergenza sanitaria, costantemente sotto organico e che necessità invece di un rafforzamento che sappia dare stabilizzazione anche al personale precario e garanzie per lavorare in sicurezza. L'ultimo intervento è stato quello a Alessandro Ghirardi (Fisacat Cisl) che ha illustrato i problemi del settore vigilanza, ricordando che domani tutto il comparto sarà in sciopero per richiedere il rinnovo di un contratto fermo da 6 anni.

Le conclusioni della giornata sono state affidate a Rocco Palombella, segretario generale della Uilm nazionale, che dal palco del Primo Maggio bresciano ha sottolineato il valore di una festa che celebra le lavoratrici e i lavoratori, ma anche il paradosso di sapere che a troppe persone il lavoro manca e, anche laddove c'è, le condizioni sono spesso inadeguate. Una situazione ancora più preoccupante in un contesto come quello che stiamo attraversando e che, agli effetti della crisi sanitaria, vede aggiungersi le conseguenze nefaste della guerra in Ucraina che vanno ad acuire disparità e a cristallizzare paure. Per questo è stato scelto lo slogan "al lavoro per la pace" e la manifestazione nazionale si è tenuta ad Assisi, luogo simbolo del dialogo e del ripudio di ogni guerra.

📎 LE IMMAGINI | LA PARTENZA DEL CORTEO | LA LOCANDINA .

giovedì 17 febbraio 2022

Tim, il 23 febbraio sarà sciopero


Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno proclamato per il 23 febbraio lo stop di tutte le aziende del gruppo. In gioco c'è il futuro dell'occupazione e lo sviluppo del Paese.

Il 10 febbraio si è tenuto l’incontro tra Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil e Pietro Labriola, neo amministratore delegato della Tim. Il giorno dopo è partita la lettera di convocazione dello sciopero per l’intero turno di tutti i lavoratori e le lavoratrici il 23 febbraio prossimo. Le organizzazioni sindacali proclamano anche l’astensione per i lavoratori di tutte le aziende del Gruppo Tim dalle prestazioni straordinarie dal 21 febbraio 2022 al 22 marzo 2022.

Perché lo sciopero? Sono gli stessi lavoratori a spiegarlo. Si sono trovati in presidio davanti all’azienda durante l’incontro: “dopo anni di sacrifici e solidarietà che ci hanno lasciato in eredità salari più bassi e preoccupazione, oggi si parla di scorporo della rete e di spezzatino dell’azienda, e il perimetro occupazionale?”, chiedono.

Cartelli colorati e amari quelli che indossano i dipendenti in strada, richiamano al valore della Tim e a quanto abbia contribuito, durante le settimane del lockdown, a unire il Paese, ora il rischio e che tutto ciò vada in frantumi. “Questioni come queste frenano molto la connettività del Paese. Le telecomunicazioni debbono essere un diritto garantito a tutti, e solo la presenza forte di un campione nazionale può garantirlo”.

Ma c’è ansia anche per il proprio futuro, dicono infatti i dipendenti davanti alla sede nazionale della Tim in Corso di Italia a pochi passi dal palazzo della Cgil: “Le preoccupazioni di noi lavoratori sono che l’eventuale separazione della rete dai servizi possa far cessare la Tim come l’abbiamo conosciuta finora, e quindi creare un problema occupazionale oltre che industriale”.

Ma quali sono le richieste? “Ripartire dal memorandum deciso dall’allora governo Conte con una presenza nel capitale azionario di Cassa depositi e prestiti, sia in Tim sia nella società della rete. Solo una presenza pubblica può garantire stabilità e quindi medio e lungo termine al progetto industriale”.

Per questo, allora, il 23 febbraio prossimo i lavoratori e le lavoratrici dell’intero Gruppo incroceranno le braccia, per il loro futuro e per quello di tutte e tutti noi.

giovedì 3 febbraio 2022

Slc Cgil Spettacolo: un nuovo modello organizzativo

L’area Produzione culturale della SLC CGIL ufficializza il nuovo modello organizzativo volto a raggiungere i mondi dello spettacolo non ancora formalmente regolamentati, quelli per lo più ascrivibili al lavoro non dipendente e “non stanziale” che si espleta in diversi luoghi e/o con diversi datori di lavoro.

Il modello organizzativo risponde a diverse esigenze:
• allargare la rappresentanza ai settori del diffuso e del lavoro autonomo
• specializzare l’intervento sindacale dando spazio alle specificità di mestiere
• rendere efficiente, democratica e partecipata l’azione che andremo ad intraprendere sia per il riconoscimento legislativo dei diritti sia per il rinnovo dei più importanti contratti di settore, includendo anche chi sino ad ora ne era escluso.

Per tutte queste ragioni si costituiscono i dipartimenti territoriali della Produzione Culturale con l’introduzione di una nuova figura: i/le rappresentanti di arti e mestieri denominati RAM, lavoratrici e lavoratori coinvolti nell’attività sindacale insieme e accanto alle forme tradizionali di rappresentanza sul territorio (RSU/RSA).

Per contattare le/i RAM Spettacolo Lombardia scrivere a ram.spettacolo@cgil.lombardia.it

I dipartimenti territoriali si collegano in rete ai coordinamenti di Arti e Mestieri nazionali ad oggi all’attivo, nati dalla volontà di lavoratrici e lavoratori del mondo dello spettacolo di organizzarsi all’interno del sindacato:

COORDINAMENTO ATTRICI E ATTORI
Lavoratrici e lavoratori che operano nell’ambito del teatro e del cineaudiovisivo

COORDINAMENTO AUTONOMI DELLA LIRICA
Tutte le categorie professionali di interpreti e creativi che operano abitualmente o saltuariamente nell’ambito della lirica con contratto autonomo

COORDINAMENTO DANZA
Lavoratrici e lavoratori che operano nell’ambito della danza

COORDINAMENTO MUSICA
Lavoratrici e lavoratori che operano nell’ambito della musica

COORDINAMENTO TECNICI
Tecnici e maestranze che operano nei diversi ambiti dello spettacolo e/o degli eventi, con modalità di lavoro autonomo e/o dipendente

I coordinamenti sono reciprocamente interconnessi per rispondere al carattere pluridisciplinare che connota il lavoro nel settore (naturalmente si occupano di tutte le figure professionali, anche se non esplicitamente citate)

La SLC CGIL – Produzione Culturale compie un passo importante nel processo di riorganizzazione della rete sindacale su tutto il territorio nazionale, introducendo elementi d’innovazione e sperimentando forme utili alla sempre maggiore partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori all’azione sindacale, nonché a svolgere un’attività di supporto e rappresentanza sempre più incisiva.

Le/i RAM Spettacolo Lombardia sono:
RAM Attrici e Attori: Marco Cacciola
RAM Autonomi della Lirica: Alessandra Premoli, Elena Cicorella
RAM Danza: Manolo Perazzi
RAM Musica: Lorenzo Bicci
RAM Tecnici: Lorenzo Bicci, Massimo Cugini, Monia Giannobile, Massimo Mennuni

Per contattare le/i RAM Spettacolo Lombardia scrivere a
ram.spettacolo@cgil.lombardia.it

giovedì 27 gennaio 2022

TIM, comunicato unitario sull'incontro con l'a.d. Labriola

Incontro tra Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil e l'amministratore delegato Labriola. Quale assetto industriale, quale il futuro della rete veloce e quale quello dei dipendenti? Nessun dubbio è stato sciolto.

“Il primo incontro con il nuovo ad di Tim non ha sciolto alcuno dei forti dubbi”. Così una nota delle segreterie sindacali al termine dell’incontro che le ha lasciate assai perplesse soprattutto per il destino dei lavoratori e delle lavoratrici. “Ad oggi, non è stata decisa alcuna strada precisa, a partire da quella dello scorporo”. Prosegue la nota, che continua: “Non riteniamo sia esagerato paventare un finale molto simile a quello che ha coinvolto Alitalia. Un gruppo industriale che oggi occupa circa 43.000 lavoratrici e lavoratori, in una operazione di spezzatino, inevitabilmente andrebbe a causare migliaia di esuberi che il Paese non può permettersi, e che noi con forza intendiamo scongiurare. La nostra posizione non è contraria a logiche di mercato che favoriscano una concorrenza leale sulla qualità dei servizi erogati alla cittadinanza, ma qualunque scelta va fatta scongiurando drammi occupazionali, e la definitiva uscita dello Stato da un settore strategico sia sul piano nazionale che su quello continentale, tutto questo nell’interesse primario dello sviluppo tecnologico e sociale del nostro Paese”.

Qui il comunicato completo

mercoledì 26 gennaio 2022

Giorno della Memoria 2022


Come ogni anno, pubblichiamo il calendario delle iniziative dedicate al Giorno della Memoria organizzate in città e provincia a cura di Casa della Memoria, Comune e Provincia di Brescia, Ufficio Scolastico Territoriale, Organizzazioni Sindacali Cgil-Cisl-Uil, Anpi, Fiamme Verdi, Anei, Aned, dalle associazioni e dagli istituti scolastici.

In particolare, segnaliamo le iniziative istituzionali del giorno 27 gennaio: alle ore 12.00, in Piazzetta Cremona, l'omaggio al monumento del deportato e alle 15.00, in via Veneto, al monumento in ricordo degli Internati caduti nei Lager. Anche quest’anno, a causa della situazione sanitaria, le due manifestazioni si terranno alla sola presenza delle autorità istituzionali, militari, religiose e civili.

📎 LE INIZIATIVE A BRESCIA .

Innovazione, la sfida del presente. Conferenza di Organizzazione


L'Assemblea di Organizzazione di Slc Cgil. Il vecchio e il nuovo convivono nei settori rappresentati dal sindacato delle comunicazioni. La tecnologia impone il cambiamento. Per Fabrizio Solari il sindacato deve misurarsi con la contrattazione del nuovo

In presenza e da remoto, perché il Covid lo impone, il 20 e il 21 gennaio Slc ha tenuto la propria Assemblea di organizzazione. Settori diversi, che patiscono in maniera differente lo scotto della pandemia e di una ripresa attraversata dalla tempesta del costo dell’energia. Tutti attraversati da un profondo cambiamento. Per il segretario generale Fabrizio Solari il sindacato non può che fare il proprio mestiere, tenere i piedi ben piantati nei luoghi di lavoro e contrattare, contrattare, contrattare

Una categoria che rappresenta settori diversi, Tra lavoro a distanza e servizi essenziali quale l’impatto della pandemia?
L’impatto è stato forte, soprattutto nella prima fase, poi ci siamo riorganizzati. Ancora oggi nel settore è largamente utilizzato lo smart working anche se, ovviamente con qualche affinamento rispetto alla prima andata. Abbiamo tessuto intese e accordi, da noi – ancor prima della sigla dell’accordo interconfederale con il governo, il lavoro a distanza è stato normato in categoria. Le cose più complicate sono tutto sommato non tanto quelle legate alla pandemia, che è una vicenda che pesa e molto soprattutto nel settore dello spettacolo, ma alcune scelte da compiere sulla strada dell'innovazione che tardano a venire, soprattutto sul lato del governo che sembra molto più impegnato su altre questioni, come tutti possono vedere.

Quali sono le sfide per il 2022 che la tua categoria deve affrontare?
La principale riguarda la digitalizzazione del Paese, significa, come ho detto decine di volte, rendersi conto che ormai la rete di qualità è un diritto di cittadinanza, occorre porsi il problema di in che tempi la si fa e chi la fa.  E invece, proprio qualche giorno fa è andata deserta la gara sulla le reti per le isole minori, accade perché c'è troppa incertezza sul futuro di questa settore, su come verrà regolato, su cosa succederà di Tim. Un'azienda con più di 40.000 dipendenti, al momento senza amministratore delegato e senza una governance degna di questo nome. È evidente che in queste condizioni ogni tentativo di programmare diventa ardito. Poi c’è un attivismo di Poste, che si propone sempre di più come un punto di snodo fondamentale dell'innovazione, sicuramente è vero, però continua a convivere anche con fasce larghissime di lavoro debole, di accordi non sempre rispettati, ecc.

L'intervista completa su Collettiva.it

mercoledì 19 gennaio 2022

Spettacolo, buone notizie per i lavoratori autonomi

 Il decreto sostegni bis ha introdotto una nuova indennità per la disoccupazione, denomitata Alas, rivolta ai lavoratori autonomi dello spettacolo a copertura degli eventi di cessazione involontaria del lavoro intevenuti dal 1 gennaio 2022. I requisiti sono descritti nella Circolare INPS n. 8 del 14/01/22: “Disposizioni in materia di indennità di disoccupazione a favore dei lavoratori autonomi dello spettacolo (ALAS)”. Di seguito alcune note di sintesi. 

Sono destinatari della nuova prestazione ALAS:

  • i lavoratori autonomi che prestano a tempo determinato attività artistica o tecnica, direttamente connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli
  • i lavoratori autonomi a tempo determinato che prestano attività al di fuori delle ipotesi sopra riportate
  • i lavoratori autonomi “esercenti attività musicali”

L’indennità ALAS è riconosciuta ai lavoratori che possono fare valere congiuntamente i seguenti requisiti:
  • non avere in corso rapporti di lavoro autonomo o subordinato
  • non essere titolari di trattamento pensionistico diretto a carico, anche pro quota, di gestioni previdenziali obbligatorie (es.: Gestione separata, Assicurazione generale obbligatoria-AGO, etc.)
  • non essere beneficiari di Reddito di cittadinanza
  • avere maturato, nel periodo che va dal 1° gennaio dell'anno civile precedente la conclusione dell'ultimo rapporto di lavoro autonomo alla data di presentazione della domanda di indennità, almeno quindici giornate di contribuzione versata o accreditata al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo (FPLS)
  • avere un reddito relativo all'anno civile* precedente alla presentazione della domanda non superiore a 35 mila euro

Per approfondire clicca qui