mercoledì 26 gennaio 2022

Innovazione, la sfida del presente. Conferenza di Organizzazione


L'Assemblea di Organizzazione di Slc Cgil. Il vecchio e il nuovo convivono nei settori rappresentati dal sindacato delle comunicazioni. La tecnologia impone il cambiamento. Per Fabrizio Solari il sindacato deve misurarsi con la contrattazione del nuovo

In presenza e da remoto, perché il Covid lo impone, il 20 e il 21 gennaio Slc ha tenuto la propria Assemblea di organizzazione. Settori diversi, che patiscono in maniera differente lo scotto della pandemia e di una ripresa attraversata dalla tempesta del costo dell’energia. Tutti attraversati da un profondo cambiamento. Per il segretario generale Fabrizio Solari il sindacato non può che fare il proprio mestiere, tenere i piedi ben piantati nei luoghi di lavoro e contrattare, contrattare, contrattare

Una categoria che rappresenta settori diversi, Tra lavoro a distanza e servizi essenziali quale l’impatto della pandemia?
L’impatto è stato forte, soprattutto nella prima fase, poi ci siamo riorganizzati. Ancora oggi nel settore è largamente utilizzato lo smart working anche se, ovviamente con qualche affinamento rispetto alla prima andata. Abbiamo tessuto intese e accordi, da noi – ancor prima della sigla dell’accordo interconfederale con il governo, il lavoro a distanza è stato normato in categoria. Le cose più complicate sono tutto sommato non tanto quelle legate alla pandemia, che è una vicenda che pesa e molto soprattutto nel settore dello spettacolo, ma alcune scelte da compiere sulla strada dell'innovazione che tardano a venire, soprattutto sul lato del governo che sembra molto più impegnato su altre questioni, come tutti possono vedere.

Quali sono le sfide per il 2022 che la tua categoria deve affrontare?
La principale riguarda la digitalizzazione del Paese, significa, come ho detto decine di volte, rendersi conto che ormai la rete di qualità è un diritto di cittadinanza, occorre porsi il problema di in che tempi la si fa e chi la fa.  E invece, proprio qualche giorno fa è andata deserta la gara sulla le reti per le isole minori, accade perché c'è troppa incertezza sul futuro di questa settore, su come verrà regolato, su cosa succederà di Tim. Un'azienda con più di 40.000 dipendenti, al momento senza amministratore delegato e senza una governance degna di questo nome. È evidente che in queste condizioni ogni tentativo di programmare diventa ardito. Poi c’è un attivismo di Poste, che si propone sempre di più come un punto di snodo fondamentale dell'innovazione, sicuramente è vero, però continua a convivere anche con fasce larghissime di lavoro debole, di accordi non sempre rispettati, ecc.

L'intervista completa su Collettiva.it