lunedì 6 febbraio 2023

Cambiare il presente e costruire il futuro

Si apre martedì 7 gennaio a Bergamo il VII Congresso della categoria della Cgil che rappresenta e tutela i lavoratori e le lavoratrici della comunicazione, da Poste a Tim, dallo spettacolo alla Rai, per finire all'industria editoriale. Settori in transizione, cruciali per traghettare nel futuro il Paese. Con Fabrizio Solari, segretario generale Slc, tracciamo un bilancio dei quattro anni appena alle spalle e gli impegni per i prossimi.

Quattro anni intensi tra Covid e rincari delle materie prime. E anche tra modifiche profonde, pensiamo ad esempio alle telecomunicazioni. Partiamo proprio dal bilancio di questi quattro anni.

La notizia positiva è che siamo ancora vivi. Sono stati effettivamente quattro anni molto complicati. Abbiamo dovuto inventare soluzioni, penso alla fase della pandemia, che fino al giorno prima erano impensabili. Il risultato è che in Italia le telecomunicazioni hanno assicurato, soprattutto nel periodo dei lockdown, la possibilità di lavorare in smart working, di comunicare, di avere una parvenza di vita non totalmente relegata. Oggi siamo in piena transizione. È evidente che, secondo l'assetto che avrà il gruppo Tim, si produrrà un cambiamento nell'intero settore. Per noi una prateria da indagare, dai contratti di lavoro alle professionalità necessarie, alle aggregazioni aziendali: tutto è destinato a cambiare e noi dovremo essere pronti alla sfida.

Anche in altri settori Slc ha giocato in ruoli da protagonista: nel settore dello spettacolo e dello sport, ad esempio, o in quello dell’industria culturale.

L'esplosione dei costi energetici ci ha fatto ripiombare drammaticamente in una situazione che credevamo di avere alle spalle. I gruppi industriali avevano fatto negli anni scorsi profonde ristrutturazioni, si erano dati nuovi assetti. Ma l’aumento dell’energia in alcuni casi ha prodotto la sospensione della produzione. Il nostro ruolo è stato centrale nella gestione dell’emergenza. Per il futuro vorrei che questi anni di pandemia e costi impazziti innescassero una profonda riforma del settore. Così come è già successo per quello dello spettacolo. Quando scoppiò la pandemia, il governo si accorse che, volendo dare anche a questo comparto un aiuto, non sapeva chi fossero i lavoratori e le lavoratrici cui destinarlo.

Il settore dello spettacolo ha anche visto l'approvazione di una riforma...

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