L'accordo è stato trovato a notte fonda, ieri dopo le 3, nella sede vicentina del gruppo Burgo, che controlla la Cartiera di Toscolano. L'estenuante trattativa sindacale sulla vertenza dello stabilimento si chiude nel modo auspicato dai lavoratori e dal vescovo Monari che qualche settimana fa aveva visitato la cartiera: salvaguardia totale dell'occupazione, ovvero nessun licenziamento, e ritiro della programmata cessazione dell'attività della macchina 11.
«È un risultato molto positivo - dice a nome di tutte le rappresentanze sindacali Angelo Andreoli (Slc-Cgil) - in primo luogo perché siamo riusciti a ottenere ciò che più ci stava a cuore, ovvero che nessun lavoratore della cartiera venisse licenziato. In secondo luogo perché è stata salvaguardata l'intera area dello stabilimento, compreso il reparto della macchina 11. Non ci sarà nessuna chiusura».
Il sindacato ha chiesto e ottenuto che la cassa integrazione straordinaria sia attivata «per crisi di mercato», e non per la chiusura di una linea produttiva, consentendo di effettuare la rotazione dei lavoratori in cassa (gli addetti a Toscolano sono complessivamente 300) e di non procedere così al taglio del personale (si parlava di 115 licenziamenti).
«La cassa integrazione a rotazione - spiega Andreoli - sarà attuata, nell'ambito di un rapporto di solidarietà tra i lavoratori, in base all'andamento del mercato. Così avverrà anche per il funzionamento della macchina 11, che continuerà ad operare in base agli ordini». L'accordo definitivo sulla cassa a rotazione sarà siglato martedì a Milano e prevede anche l'organizzazione di corsi di formazione per i lavoratori. Soddisfazione viene espressa ...
anche dal sindaco di Toscolano, Roberto Righettini, anche lui dipendente della cartiera: «L'accordo è un buon risultato, anzi ottimo, soprattutto alla luce delle prospettive che si presentavano dopo l'annuncio del piano di riorganizzazione aziendale del 29 settembre scorso, con la proposta di fermare definitivamente un reparto».La lotta sindacale in difesa dei posti di lavoro era iniziata allora, quando la direzione dello stabilimento aveva annunciato la volontà di uscire dal mercato delle carte naturali, fermando così la macchina 11. Una decisione che, secondo le rsu e i sindacati provinciali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, non ha ragioni industriali. Il bilancio del gruppo Burgo (costituito da 13 cartiere, per un totale di 4.500 addetti) è infatti positivo: i primi sei mesi del 2010 si sono chiusi con un profitto pre-tasse di 6,3 milioni di euro. Ora l'accordo apre nuove prospettive. «Quanto ottenuto - aggiunge Righettini - è un risultato conseguito grazie ad una battaglia corale, che ha visto coinvolti tutti: i sindacati, le rsu, i parroci e i sindaci, il vescovo, le forze politiche e le istituzioni. Ma si tratta, appunto, della vittoria di una battaglia, non della guerra. Ora non bisogna abbassare la guardia, ragionare su nuove prospettive e tenere sempre un occhio vigile sulla cartiera, per non ritrovarci, tra qualche anno, nella medesima situazione».
Fonte: Simone Bottura - Giornale di Brescia
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