In principio si temeva per l'affluenza, poi un mare vermiglio ha preso forma e ha inondato le strade della città. Seimila persone hanno manifestato a sostegno dello sciopero generale della Cgil contro la manovra del Governo.
Intorno alle 9 in piazza Garibaldi circolava tra i presenti un malumore generale per l'evidente scarsa partecipazione: «Speravo fossimo di più» e «Siamo sempre i soliti» erano i commenti più frequenti. Poi - sarà stato per l'arrivo degli ultimi ritardatari o per il sopraggiungere di coloro che stavano attendendo l'inizio della manifestazione davanti a una tazza di caffè - quando il corteo si è messo in movimento il numero dei lavoratori in piazza si è come moltiplicato. Un lunghissimo tappeto rosso (formato dai colori delle bandiere delle varie strutture del sindacato e dai palloncini con la scritta Cgil) ha preso a scivolare lungo le strette vie del centro storico ricoprendo l'asfalto fino al palco in corso Zanardelli. Un pullulare di slogan e cartelloni contro il Governo. Come quello dei pensionati dello Spi che sotto la fotografia di Stanlio e Ollio hanno apposto la scritta «A casa il Governo delle comiche».
A farla da padroni nella giornata di ieri - sia per quanto riguarda l'adesione allo sciopero sia per la presenza in manifestazione - sono stati i metalmeccanici della Fiom.
«Scendere in piazza è l'unica cosa che possiamo fare per esprimere tutto il nostro malcontento», ha commentato Matteo Stabile della Imp Pasotti di Pompiano. E' stata altissima l'adesione nelle fabbriche della provincia di Brescia allo sciopero generale della Cgil. Si è arrivati a superare il 90 per cento delle adesioni in Iveco, Omb, Eredi Gnutti, Fonderia San Zeno, Trw, Redaelli, Sil, Italacciai, Ghidini Trafilerie, Imp, Metalli Capra, Atb, Marzoli, Streparava, Metra, Rejna Gruppo Sogevi, Stanadyne, Ennepi, Iro e Foma. Adesione all'80 per cento per Lonati, Ori Martin, Beretta, Gruppo Stefana, Sk Wellman, Simonfond (85 per cento) e
Bticino, Raggiunta la soglia del 70 per cento per Oto Melara, Metal Work (75 per cento), Innse Berardi, Timken, Isval, Pinti Inox, Heys Lemmertz, Fonderia di Torbole, Gnutti Carlo, Alnor (75 per cento), Zincatura bresciana (75 per cento), Sabaf (superiore al 70 per cento), Gnutti Transfer, Eural, Pasotti di Sabbio e Prevalle, Rothe Erde (superiore al 70 per cento), Camozzi di Polpenazze, Saf, Metallurgica San Marco. Innse Cilindri (65 per cento), Brandt, Omeca, Fondital (60 per cento) e Cromodora (50 per cento).
In alcune aziende della provincia anche le Rsu della Fim (Cisl) hanno aderito allo sciopero mentre in altre i delegati della Fim e della Uilm ieri non hanno lavorato. «A Brescia lo sciopero è stato generale», afferma la Fiom, e i dati sono confermati dal segretario generale Cgil, Damiano Galletti. Per i metalmeccanici della Fiom a scottare come metallo caldo sulla pelle è soprattutto la volontà del Governo di «limitare i diritti acquisiti dei lavoratori» dando la possibilità ai contratti territoriali e aziendali di deroga alle disposizioni di legge e ai contratti collettivi nazionali. Un obbiettivo a cui la Fiom, insieme alle altre categorie della Cgil, si oppone.
«L'introduzione dell'articolo 8 che rende i lavoratori ricattabili è una brutta mossa perchè io voglio continuare ad andare a lavorare a testa alta», ha dichiarato Piergiuseppe Belleri della Rsu della Aob2 di Rovato, rilevando come il Governo «solo ora che ha smesso il bunga-bunga si è accorto che l'Italia è investita da una grave crisi economica».
Una delegazione di circa 40 persone ieri è partita alla volta di Roma per raggiungere il presidio che la Fiom sta tenendo in piazza Navona davanti al Senato dove è in discussione il provvedimento di legge. «Vado a Roma per fare un pò di rumore in più e soprattutto per portare il mio sostegno ai colleghi in presidio», ha spiegato Lino Gatti, delegato aziendale. La manovra in discussione tocca anche i pensionati. «E' in particolare nel settore dei servizi assistenziali che i pensionati vengono colpito di più», ha detto Sergio Chiarini dello Spi Cgil. «E' dal '94 che le nostre pensioni non vengono rivalutate e di conseguenza il loro potere d'acquisto è molto basso - ha aggiunto -. A questo si aggiunge che i servizi costano cari e che quindi tanti pensionati non riescono a usufruirne». Stessa amarezza per Piergiorgio Bonetti, dirigente scolastico in pensione: «Anche sul fronte della lotta all'evasione fiscale il Governo ci prende in giro. Propongono un emendamento e dopo due giorni lo ritirano cancellando così le norme che permettevano la pubblicazione della dichiarazione dei redditi e l'indicazione del numero dei conti corrente».
IL SIULP, il sindacato dei lavoratori di Polizia della Cgil,ha invece deciso di portare il manifestazione delle enormi mutande bianche emblema dello stato in cui si trova a operare la categoria. Per il sindacato di Polizia la manovra riduce le spese delle amministrazioni centrali mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini, ritarda il pagamento del Trattamento di Fine Rapporto per chi usufruisce della pensione di anzianità, mantiene il blocco dei contratti fino al 2014 e conferma l'anticipo al 2013 del prolungamento dell'anzianità di servizio. Anche i medici hanno partecipato allo stop di 8 ore: la preoccupazione è quella di non essere in grado di erogare servizi a tutti i cittadini. «L'introduzione del ticket, il blocco fino al 2014 e oltre del contratto degli operatori della sanità, lo stop delle assunzioni, la carenza degli organici la tendenza all'esternalizzazione e il taglio delle spese per le amministrazioni locali sono provvedimenti che equivalgono a meno assistenza per i ceti medio bassi della popolazione», ha ammonito Gianni Amarante della Fp Cgil.
IL PERCORSO che da piazza Garibaldi ha portato i manifestanti in corso Zanardelli è stato un susseguirsi di fischi e grida che si sono smorzate solo con il passaggio in piazza Loggia. Una delegazione guidata dalla presidente del direttivo nazionale Cgil, Morena Piccinini, e dalla segreteria della camera del Lavoro ha reso omaggio alla salma di Mino Martinazzoli esposta nel palazzo del Comune per l'ultimo saluto dei cittadini.
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