giovedì 30 agosto 2012

Camusso: «Diminuire accise La priorità non è l'Iva» - su L'Unità

«Noi siamo contrari a un nuovo aumento dell'Iva, ma è una questione non prioritaria. Bisogna invece diminuire le accise sulla benzina che è la tassazione che grava di più sul lavoro». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, alla Festa democratica di Reggio Emilia. Aggiungendo: «Il tema del lavoro non è mai comparso in agenda del governo Monti, dire che non è stato fatto abbastanza è un modo gentile per dire che il tema non è stato toccato».
PATRIMONIALE PER UNA TASSAZIONE PIU' EQUA
«Una patrimoniale servirebbe «non solo per rientrare dal debito, ma anche come forma di tassazione stabile per ristabilire equità ed eliminare le ingiustizie»: lo dice il segretario della Cgil, Susanna Camusso, alla Festa Democratica, sottolineando che «oggi la situazione del fisco è insostenibile: una parte del Paese non paga le tasse mentre i lavoratori continuano a pagare più di tutti». «La patrimoniale che vogliamo noi deve avere la forma di una tassazione stabile, che garantisca equità sociale e non sia concepita solo come uno strumento per rientrare dal debito».
NO VENDITA QUOTE FINCANTIERI, È STRATEGICA
Susanna Camusso, boccia l'ipotesi di privatizzare le società pubbliche per risanare il debito. «Se il ministro pensa che si possono vendere le quote di Fintecna, cioè di Fincantieri sul mercato, non siamo d'accordo. Fincantieri è un'azienda strategica. Una cosa è dire che quelle quote stanno nella Cassa depositi e prestiti, altro è che privatizziamo quella azienda. Allora così si può decidere di liquidare il patrimonio pubblico del paese». Parlando poi delle municipalizzate, Camusso ha aggiunto: «Se si pensa di dire con un colpo di spugna che tutte le aziende municipalizzate le possiamo vendere sul mercato non siamo d'accordo. Non tutte sono la stessa cosa, che tutte vanno buttate via. Ce ne sono molte che sono una ricchezza per i cittadini, ce ne sono alcune piccole. Ma allora consorziamole. Poi ci sono alcune grandi questioni, ma risaniamo quelle aziende. No a sbaraccare una straordinaria storia di efficienza di servizi e capacità di lavoro nei territori».

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