Sulla
gazzetta ufficiale n. 277 del 27-11-2012 è stato pubblicato il
decreto che stabilisce la rivalutazione annuale delle pensioni nella
seguente misura:
- Rivalutazione per l'anno 2012 dal 2,6% provvisoria al 2,7% definitiva;
- Rivalutazione per l'anno 2013 3% provvisoria.
Infatti
per effetto dell'art. 24 della legge 214 del 22.12.2011 continua
anche per l'anno 2013 il blocco della rivalutazione annuale per le
pensioni il cui importo lordo supera 3 volte il minimo inps.
Pertanto
noi “ ricchi” pensionati che godiamo ( si fa per dire) di un
rateo netto mensile pari a € 1.190 siamo chiamati per la seconda
volta a risanare forzosamente le esauste risorse del paese.
Stiamo
parlando di pensioni che derivano spesso da una attività lavorativa
di 40 e più anni di lavoro e la mancanza assoluta di gradualità
nell'applicazione della norma, ha creato situazioni assurde per cui.
nel giro di due anni, le pensioni che superano anche di poco le tre
minime inps lorde, hanno subito un allineamento verso il basso
registrando una perdita secca annuale pari ad euro 780 netti.
Tutto
questo mentre la “casta” dal momento che supera indenne mezza
legislatura nazionale o regionale, si gode un cospicuo vitalizio ed
alla sola proposta di contribuire mediante un prelievo di solidarietà
pari al 3 per cento al di sopra dei 150.000 euro di reddito annuale,
ha subito innalzato le barricate minacciando una dura battaglia
parlamentare.
Naturalmente
il governo, ossequiente, si è subito adeguato facendo marcia
indietro mentre politici ed economisti di varia estrazione continuano
a blaterare sulla necessità di fare i sacrifici necessari per
rimettere in sesto le disastrate economie nazionali.
Poiché
a compiere questi sacrifici vengono chiamati in prima persona i
pensionati, già alle prese con la progressiva diminuzione del potere
di acquisto delle proprie entrate e visto che
per due anni devono
ingoiare il rospo, il rischio è che lo scherzetto ideato dal governo
monti diventi strutturale e potrebbe essere ripetuto, dato che i
cattivi esempi, in politica, fanno scuola.
Se
a ciò si aggiunge il calo del potere di acquisto che, per effetto
del tasso d'inflazione nei due anni presi in considerazione, sfiora
il 6%
La
dimostrazione di quanto sosteniamo è illustrata dalla tabella
riportata in seguito dove viene evidenziato il confronto tra due
pensioni :
- La prima entro le tre minime inps lorde;
- La seconda appena oltre tale limite.
Nel
giro di due anni la differenza netta tra le due pensioni è stata
completamente annullata!
E'
il risultato di un provvedimento dissennato che non tiene in alcuna
considerazione le diverse situazioni economiche che il pensionato
deve affrontare quali il mantenimento dei familiari a carico, le
spese per canone di affitto, le spese sanitarie e tutto il corollario
di balzelli sui consumi di primaria necessita'.
Siamo
in presenza di una vera e propria rapina di stato a danno dei
pensionati.
GLI
EFFETTI DEL BLOCCO DELLE PENSIONI
per
gli anni 2012 e 2013
N.B.
= Il calcolo degli importi netti e' stato eseguito – oltre che
sulla base delle aliquote IRPEF in vigore - anche su quelle
stasbilite per l'Addizionale Regionale della Lombardia e per
l'Addizionale Comunale di Brescia
Dicembre
2012 - E' una elaborazione SLC-CGIL - Brescia
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