Esprimevano più rassegnazione che soddisfazione i volti degli operai della Cartiera di Toscolano che ieri si sono riuniti in assemblea per esprimere il giudizio sull'accordo siglato venerdì a Vicenza. «Abbiamo accettato il male minore» è il commento di molti lavoratori sui contenuti dell'accordo, alla vigilia della firma tra le parti sociali e l'azienda, in programma questa mattina in Regione a Milano.
L'assemblea dei 300 dipendenti ha votato compatta (solo 7 i contrari) in favore dell'accordo che, per scongiurare i licenziamenti, prevede il ricorso alla cassa integrazione a rotazione. L'azienda ha deciso di trasformare la richiesta di cassa integrazione straordinaria per cessazione dell'attività sulla linea produttiva 11 in cassa integrazione per «crisi di mercato», della durata massima di un anno. In tale periodo si effettueranno investimenti sull'altra linea produttiva, la macchina 10, che dovrà garantire il futuro dello stabilimento e l'occupazione. Sono previsti anche corsi di formazione per il ricollocamento degli operai. Al termine dei 12 mesi di cassa integrazione seguiranno altri ammortizzatori sociali, e l'attuazione dei contratti di solidarietà per due anni. «È il miglior risultato possibile - commenta Marina Bordonali (Fistel-Cisl) - perché l'azienda ha chiesto pegno, ma abbiamo salvaguardato l'occupazione di tutti».
I lavoratori dello stabilimento dovranno rinunciare ad una serie di premi ed incentivi in essere da tempo a ...
Toscolano. In termini pratici si parla di un 25% in meno in busta paga. «Questo - afferma Gianluca Carrega, segretario generale Slc Cgil - era l'unico accordo possibile. L'azienda non voleva recedere e sembrava inevitabile il licenziamento di 115 operai. Siamo dunque soddisfatti». «Soddisfatto no di certo - replica un operaio - ma era l'unica soluzione per poter lavorare tutti».«Certo che - aggiunge un altro lavoratore - il futuro non appare roseo, né per la macchina 10, né per la macchina 11». Quest'ultima, infatti, da settembre ha funzionato solo per tre settimane, poi ha chiuso. E, per il momento, resterà ferma. Forse per sempre: «Riavviare una macchina ferma da mesi - spiega un operaio - non è una cosa semplice».
Fonte: Simone Bottura - Giornale di Brescia
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