venerdì 16 novembre 2012

Esodati delle Poste : un esempio da seguire



LA PREMESSA
In data 4 agosto 2010 si è pervenuti ad una intesa sindacale con il Ministero del Lavoro ed il Vice Ministro dello sviluppo Economico sulle soluzioni volte a gestire le eccedenze di personale dichiarate dall'Azienda Telecom Italia spa.
In data 2 novembre 2010 e' stato sottoscritto tra le parti l'accordo per il collocamento in mobilità di 3.900 lavoratori, secondo il criterio della non opposizione.
Poichè nel frattempo è intervenuta la riforma del sistema previdenziale che ha mutato radicalmente il possesso dei requisiti per il conseguimento della pensione, anche alla luce dei successivi decreti di salvaguardia (prima 65.000 poi 55.000 e forse altri 10.000), qualora i lavoratori durante il periodo di mobilità pur raggiungendo i requisiti previsti non dovessero pervenire al pagamento della pensione

Il giorno 26 ottobre 2012

si è pervenuti ad un accordo tra l'Azienda e le OO.SS SLC-CGIL-FISTel-CISL e UILCom-UIL nazionali che riportiamo integralmente:

si conviene quanto segue:
L'Azienda si impegna a garantire la riassunzione con contratto a tempo determinato al termine del periodo di collocazione in mobilità, alle medesime condizioni economiche ed inquadramentali in
essere all'atto della cessazione del periodo necessario all'acquisizione dei requisiti pensionistici secondo le vigenti norme di legge.
In alternativa le parti potranno individuare mediante intesa diverse soluzioni di tutela.”

Come mai, invece, l'azienda poste spa che ha copiosamente utilizzato lo strumento dell'incentivo all'esodo per migliaia di lavoratori ha letteralmente abbandonato i propri dipendenti alle cervellotiche iniziative di un governo che – giorno sì e giorno no – annuncia e smentisce soluzioni definitive nei confronti degli esodati ?

Una grande azienda come poste italiane spa che non manca mai di autocelebrarsi e che si vanta di aver sottoscritto il codice etico avrebbe dovuto dimostrare un maggior senso di responsabilità nei confronti di chi per decenni ha svolto coscienziosamente il proprio lavoro alle sue dipendenze cercando di correre ai ripari contro i guasti provocati da una riforma previdenziale calata come una mannaia sulle loro teste.
Invece su tutta la vicenda mantiene un silenzio tombale ed anzi, invita tutt'oggi altri dipendenti a sottoscrivere “l'esodo incentivato”.
Ma i tempi per poter rimediare sono ancora validi.
Basta imitare l'accordo intervenuto tra Telecom Italia spa ed i rappresentanti dei lavoratori.
La Segreteria SLC-CGIL di Brescia

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