LA
PREMESSA
In
data 4 agosto 2010 si è pervenuti ad una intesa sindacale con il
Ministero del Lavoro ed il Vice Ministro dello sviluppo Economico
sulle soluzioni volte a gestire le eccedenze di personale dichiarate
dall'Azienda Telecom Italia spa.
In
data 2 novembre 2010 e' stato sottoscritto tra le parti l'accordo per
il collocamento in mobilità di 3.900 lavoratori, secondo
il criterio della non opposizione.
Poichè
nel frattempo è intervenuta la riforma del sistema previdenziale che
ha mutato radicalmente il possesso dei requisiti per il conseguimento
della pensione, anche alla luce dei successivi decreti di
salvaguardia (prima 65.000 poi 55.000 e forse altri 10.000), qualora
i lavoratori durante il periodo di mobilità pur raggiungendo i
requisiti previsti non dovessero pervenire al pagamento della
pensione
Il
giorno 26 ottobre 2012
si
è pervenuti ad un accordo tra l'Azienda e le OO.SS
SLC-CGIL-FISTel-CISL e UILCom-UIL nazionali che riportiamo
integralmente:
si
conviene quanto segue:
”L'Azienda
si impegna a garantire la riassunzione con contratto a tempo
determinato al termine del periodo di collocazione in mobilità, alle
medesime condizioni economiche ed inquadramentali in
essere all'atto
della cessazione del periodo necessario all'acquisizione dei
requisiti pensionistici secondo le vigenti norme di legge.
In
alternativa le parti potranno individuare mediante intesa diverse
soluzioni di tutela.”
Come
mai, invece, l'azienda poste spa che ha copiosamente utilizzato lo
strumento dell'incentivo all'esodo per migliaia di lavoratori ha
letteralmente abbandonato i propri dipendenti alle cervellotiche
iniziative di un governo che – giorno sì e giorno no – annuncia
e smentisce soluzioni definitive nei confronti degli esodati ?
Una
grande azienda come poste italiane spa che non manca mai di
autocelebrarsi e che si vanta di aver sottoscritto il codice etico
avrebbe dovuto dimostrare un maggior senso di responsabilità nei
confronti di chi per decenni ha svolto coscienziosamente il proprio
lavoro alle sue dipendenze cercando di correre ai ripari contro i
guasti provocati da una riforma previdenziale calata come una mannaia
sulle loro teste.
Invece
su tutta la vicenda mantiene un silenzio tombale ed anzi, invita
tutt'oggi altri dipendenti a sottoscrivere “l'esodo incentivato”.
Ma
i tempi per poter rimediare sono ancora validi.
Basta
imitare l'accordo intervenuto tra Telecom Italia spa ed i
rappresentanti dei lavoratori.
La
Segreteria SLC-CGIL di Brescia
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