«Il Reddito di Cittadinanza ha dimostrato di avere un ruolo decisivo per contrastare le povertà, come fotografato anche dai recenti dati Istat. La sua introduzione ha dato risultati positivi anche per contrastare le conseguenze sociali della drammatica pandemia da Coronavirus. Il Reddito di Cittadinanza va difeso e migliorato, alla luce dell’esperienza di questi anni. Non ci stiamo a colpevolizzare i poveri e chiediamo come la politica intende affrontare il fenomeno drammatico della povertà in Italia. Mettere in discussione il RdC sarebbe una tragedia per milioni di persone e per la tenuta sociale del Paese. Occorre, invece, aumentare l’efficacia dello strumento attraverso la modifica della scala di equivalenza, per meglio salvaguardare le famiglie numerose e i minori; la diminuzione degli anni di residenza per gli stranieri; l’investimento nella formazione, strumento fondamentale per l’inserimento lavorativo. Ci si deve interessare dei giovani disoccupati, dei lavoratori precari, di chi rischia di perdere il posto di lavoro e di chi lavora e ha grandi difficoltà. Sul tema dei controlli, gli strumenti introdotti hanno dato buoni risultati e vanno rafforzati per prevenire forme di abuso, nel quadro di una svolta epocale nella lotta all’evasione che rappresenta il male assoluto del nostro Paese», Domenico Proietti, segretario Confederale UIL.
«È insopportabile dover ascoltare nel nostro Paese, ogni giorno, il rumore di fondo di una guerra senza quartiere ai poveri. Una guerra mossa con le parole troppo spesso da leader politici del tutto inconsapevoli del proprio ruolo nel modellare la narrazione pubblica del disagio di milioni di persone. Si tratta di persone, tantissime donne e migranti, le quali, lungi dall'essere furbi o fannulloni, non trovano rappresentazione adeguata nemmeno nel discorso pubblico se non grazie alle organizzazioni civiche e dunque - di conseguenza - vengono abbandonati da rappresentanze politiche incapaci di esigere diritti in parlamento e con gli atti di governo. ActionAid non appoggia alcuna parte politica, ma esige che i diritti di chi vive nel nostro Paese siano tutelati sempre, con risorse adeguate e anche con un linguaggio rispettoso di ciascuno e della Costituzione. È ora di finirla con l'immagine del percettore di risorse pubbliche dipinto come furbo e fannullone. Ne va della qualità della democrazia nel nostro paese», Marco De Ponte, segretario generale di Action Aid.
«Il dibattito politico in corso ci porta indietro di anni. A quanto pare per alcuni la povertà non è più una condizione sociale involontaria, ma una colpa, uno stigma da adoperare contro qualsiasi misura di sostegno. A nostro avviso la questione non è meramente economica, occorre rafforzare il sistema di welfare sociale territoriale, che negli anni si è fortemente indebolito. Solo così potremo spezzare le catene della povertà e interromperne la riproduzione sociale, sia dei cittadini italiani, sia degli immigrati, doppiamente esclusi dal RdC e dalle poche misure sociali implementate dai Comuni», Antonio Russo, Vice Presidente delle Acli Nazionali.
«Venite con noi nei servizi e capirete che povertà e esclusione non meritano questo sfregio. Il ‘governo dei migliori’ è riuscito a scontentare tutti: persone, professionisti, terzo settore, mondo del lavoro, volontariato. Noi che siamo quotidianamente con i più deboli e gli esclusi diciamo chiaro che i poveri sono usati e non aiutati. Basta strumentalizzare il RdC e chi più di altri paga la pandemia e la crisi. Ci sono le nostre proposte, della commissione ministeriale, ci sono le risorse. Mancano la visione e la volontà», Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali.

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