La CGIL torna a ribadire le ragioni della mancata firma all'accordo sulla produttività del 21 ottobre scorso: 'un'occasione persa, un'occasione da ricostruire' è scritto in bella vista sul volantino predisposto dalla CGIL nazionale per la distribuzione in tutti i luoghi di lavoro in vista della campagna di assemblee che verrà avviata nel mese di gennaio per stimolare un confronto aperto tra i lavoratori nella ridefinizione del ruolo della contrattazione.
Disoccupazione ai massimi livelli, imprese in crisi costrette a chiudere o a licenziare, riduzione del potere d'acquisto di salari e pensioni, sono questi i fattori che hanno portato il nostro Paese in uno stato di vera emergenza. Una situazione che, come denuncia la CGIL nel volantino, è stata ulteriormente aggravata non solo dalle “politiche recessive e restrittive del Governo, con effetti devastanti sull'economia reale” ma anche dall'utilizzo di una parte delle risorse “per incoraggiare l'indebolimento degli strumenti di tutela dei lavoratori e delle lavoratrici a partire dai contratti nazionali di lavoro, determinando anche la divisione del fronte sindacale”.
Ed è procedendo su questa linea che si è giunti all'accordo sulla produttività che la CGIL non ha condiviso: per la mancanza di politiche di sviluppo; perchè destabilizza gli attuali assetti contrattuali; dà la possibilità di introdurre norme, come il de-mansionamento, che portano alla retrocessione professionale con conseguente riduzione salariale; non garantisce l'applicazione dell'accordo del 28 giugno in materia di democrazia e rappresentanza.
Di fronte ad un accordo come questo, che indebolisce insieme al sistema contrattuale anche la stessa coesione sociale la CGIL è pronta “ad andare oltre” non rinunciando al proprio ruolo “presentando piattaforme e sottoscrivendo i contratti nazionali, sviluppando un'azione di contrattazione adeguata ai bisogni di tutti i lavoratori e le lavoratrici”.
A questo proposito per la CGIL si rende necessario un nuovo modello di contrattazione 'inclusiva', che non faccia distinzioni tra tipologie contrattuali e che assegni all'impresa committente la 'responsabilità sociale' per i lavoratori degli appalti, che rilanci la contrattazione aziendale e dia il giusto ruolo al contratto nazionale “cornice universale di diritti e salari”.
Per discutere e approfondire con i lavoratori e le lavoratrici tutte queste questioni la CGIL sarà nei luoghi di lavoro a partire da gennaio, “per costruire insieme il futuro della contrattazione e il ruolo che dovrà esercitare nel lavoro che cambia”. Un confronto aperto che “un sindacato confederale ha il dovere di sviluppare per riunificare il mondo del lavoro”.
dal sito Cgil Nazionale
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