giovedì 2 maggio 2013

“CHI NON SI ASPETTA L'INASPETTATO NON SCOPRIRA' NULLA” Eraclito

Cari compagne e compagni
vi invio queste mie poche righe per una necessità che credo la situazione pone in campo.
Lo stato di crisi in cui siamo immersi non lascia molti spazi alla immaginazione, cosa quest'ultima che male si accorda con la stringente necessità. I conti che alla fine del mese devono tornare non sono un ditirambo greco.
Ma, per fortuna, possiamo ancora cercare di trovare soluzioni o proporne di già in atto per, almeno, diminuire la pressione che lo stato delle cose propone.
Chiedo quindi, o meglio, propongo, che si apra una riflessione libera, laica, e franca sull'argomento.
Un brainstorming sul tema di quale soluzione/i si possa/no mettere in atto per fronteggiare il presente; quale futuro e come costruirlo, quale lavoro e di che tipo, quale economia e di che modello. E' sostenibile l'idea di un lavoro ridotto in orario e in emolumento in cambio di una garanzia al posto di lavoro. E' lecito, possibile, creare debito per sopravanzare la crisi?
In somma un ragionamento con idee nostre, vostre, sul tema del lavoro.
Chiedo poi che questi spunti vengano posti in comunione tra noi e che, di volta in volta, ognuno, facendo l'avvocato del diavolo, metta in crisi il sistema prodotto.
La logica e di dividere le nostre esperienze e di crearne di nuove per fare proposte: non meno utili delle proteste ma solitamente più difficili da eludere.
Grazie e buon lavoro a tutti.
Rebuschi Romano

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